Sembrava una storia impossibile, una favola che non si sarebbe realizzata, ma Robert Kubica tornerà davvero a correre in Formula 1 dopo una assenza di otto anni. L’amatissimo pilota trentatreenne polacco è appena stato annunciato come guida ufficiale del Team Williams, al fianco del già confermato giovanissimo George Russell, ora impegnato nel campionato di Formula 2. Per la Scuderia inglese il pilota svolgeva già mansioni di collaudatore e addetto al simulatore ma a partire da marzo 2019, quando la Formula 1 tornerà in pista con la nuova stagione, Kubica non sarà più costretto alle retrovie ma tornerà protagonista di un panorama che lo ha sempre amato. Un sogno, condiviso dal pilota e da tutti i tifosi del mondo, che si è avverato.
La sua è una storia di talento, passione e tanta, troppa, sfortuna: il polacco ha infatti rischiato di perdere la vita in più di un incidente automobilistico ma, tra tutti, si ricorda quello del 6 febbraio 2011, giorno in cui la sua carriera è cambiata definitivamente.
Kubica si trovava in Liguria per partecipare al Rally delle Ronfe di Andora, in provincia di Savona, e durante una prova di trasferimento ha perso il controllo della sua Skoda Fabia, schiantandosi violentemente contro il muro di una chiesa. Le immagini sono ancora oggi impresse nella mente di chi ha avuto la sfortuna di vederle, con la Skoda del pilota completamente divisa , parte e l’altra, da un gard rail. Le condizioni di Kubica sono subito apparse gravi e, in particolare, si parlava della possibile amputazione di una mano. A otto anni di distanza quella mano non è stata amputata ma i gravi danni subiti dal polacco lo hanno costretto a uno stop prolungato, lontano dal mondo delle corse e soprattutto dal panorama della Formula 1. La carriera di Robert era però già stata segnata, prima di quel fatidico 2011, da altri sfortunati incidenti, e tra tutti il più celebre è quello di Canada 2007. Un crash rimasto nella storia dei più paurosi momenti della Formula 1 e che, inspiegabilmente, ha visto il polacco uscirne quasi completamente illeso, con un lieve cranico e una distorsione alla caviglia.
Dopo l’incidente rallistico del 2011 però il simpatico Kubica non è stato così fortunato: per lui anni di riabilitazione e la consapevolezza di sentirsi privato di qualcosa, costretto allo stop prolungato e a competizioni minori.
Il riavvicinamento al panorama della Formula 1 è stato visto dai tifosi polacchi e da quelli di tutto il mondo come una favola difficile da vedere realizzata: i test con di agosto 2017 è tornato a guidare una monoposto da Formula 1, con il suo ex team Renault, aprendo una possibile trattativa che però non si è realizzata. Per lui sembrava esserci lo spiraglio di un contratto con la Williams già nella scorsa stagione ma al suo posto sono stati preferiti Lance Stroll e Sergey Sirotkin, per una questione di sponsorizzazioni.
Il 2019 sarà però il suo anno e, durante la conferenza di presentazione organizzata all’inizio del fine settimana di Abu Dhabi, il polacco ha ammesso orgoglioso di essere pronto al ritorno e di “non essersi mai e poi mai arreso”.
Kubica ha anche tranquillizzato i più scettici, che lo considerano ancora limitato nei movimenti a causa dell’incidente e dei problemi al suo braccio destro: “I problemi di movimento non mi condizionano come tanti pensano. Non sarei certo qui se non fossi in grafo di guidare in modo competitivo”.
L’amatissimo trentatreenne ha quindi preferito la proposta di scendere in pista come pilota ufficiale con il team poco competitivo della Williams piuttosto che accettare l’offerta di Ferrari – con cui tra l’altro Kubica era in parola per un contratto al fianco di Alonso nel 2012 – di essere pilota simulatore. Si aggiunge quindi un altro bel tassello al già interessante mercato piloti per la prossima stagione.