Ci sono partite di calcio che restano nella storia nonostante non si tratti di finali o di match determinanti. Sicuramente il 18 giugno 2002, quando scesero in campo Corea del Sud-Italia per disputare gli ottavi di finale del campionato del mondo di Giappone-Corea di quell’anno, nessuno avrebbe mai potuto pensare che sarebbe stata una sfida «indimenticabile». E purtroppo ciò non avvenne per le prodezze dei campioni sul rettangolo verde di gioco e nemmeno perché c’era un trofeo in palio. Infatti il protagonista (in negativo) fu l’arbitro ecuadoregno Byron Moreno che, con una serie di decisioni scellerate, ostacolò palesemente gli azzurri che, innervositi e falciati da ammonizioni ed espulsioni, nei tempi supplementari subirono la rete di Ahn che li eliminò dal torneo tra polemiche e accuse per lo scandaloso arbitraggio del direttore di gara.
E pensare che quella Nazionale era partita con i favori del pronostico. Tra i convocati, infatti, risultavano giocatori di assoluto livello come Buffon in porta, i difensori Maldini, Cannavaro, Nesta e Zambrotta, per non parlare di un parco attaccanti invidiabile con i vari Montella, Inzaghi, Vieri, Del Piero e Totti. Eppure il Commissario Tecnico al momento delle convocazioni era stato duramente criticato per aver escluso un altro autentico monumento del nostro calcio, Roberto Baggio. L’allenatore finì nel mirino di tifosi e addetti ai lavori durante il Mondiale 2002 per una squadra che, nonostante la sua classe, non riuscì mai ad esprimersi al meglio delle sue potenzialità.
Ma purtroppo già dalle prime battute del campionato del mondo nippo-coreano si intuì che il percorso degli azzurri sarebbe stato più difficile del previsto. Tuttavia, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che appena agli ottavi di finale Maldini e compagni avrebbero salutato la competizione per mano di un’altra Corea (dopo quella del Nord del 1966) e dell’arbitro Moreno. L’Italia era stata sorteggiata nel Gruppo G insieme a Croazia, Messico ed Ecuador. Dunque un raggruppamento tutt’altro che temibile, e in effetti le cose cominciarono bene con il 2-0 all’Ecuador siglato da una doppietta di Christian Vieri.
Il percorso di Italia e Corea del Sud ai Mondiali 2002
La seconda gara del girone riservò alla Nazionale italiana la prima delusione e le prime polemiche. Contro la Croazia, gli uomini di Trapattoni passarono in vantaggio grazie al solito Vieri. Poi però arrivò la rimonta croata firmata da Olic e Rapaic. La sconfitta per 2-1 fu mal digerita perché determinata anche da due errori grossolani del guardalinee Larsen. Ma ormai c’era ben poco da fare, se non sperare in un miracolo contro il Messico.
La sfida contro la squadra centroamericana terminò con un ben poco esaltante pareggio. Anche in questa circostanza, però, ci furono ben due gol regolari annullati ingiustamente alla compagine italiana. Fu Del Piero a riportare il risultato in parità all’85° minuto e, grazie all’inatteso successo del già eliminato Ecuador contro la Croazia, l’Italia poté strappare la qualificazione agli ottavi di finale per il rotto della cuffia.
Italia-Brasile 2-1: il 16 giugno 1938 lo strano rigore di Meazza manda gli azzurri in finale
La Corea del Sud era stata inserita nel Gruppo D. Tutti pensavano che dovesse essere la «cenerentola» del Girone. Invece, guidati dal pragmatico tecnico olandese Guus Hiddink, i padroni di casa partirono subito forte annichilendo la Polonia con un secco 2-0. Quindi arrivò un pareggio con gli Stati Uniti e nel confronto decisivo con il Portogallo un’affermazione per 1-0 con proteste veementi dei lusitani per alcune decisioni arbitrali sfavorevoli (guarda caso). La formazione sudcoreana si issò in vetta al suo raggruppamento e festeggiò l’approdo al turno successivo dove avrebbe trovato proprio l’Italia.
Corea del Sud-Italia 2-1: Byron Moreno condanna gli azzurri
Il 18 giugno 2002, al Daejeon World Cup Stadium i tifosi sudcoreani accolsero l’Italia con lo striscione «Again ’66», invocando così lo spettro di quella cocente sconfitta degli azzurri al cospetto della Corea del Nord. E tutto ciò, nonostante si trattasse di un Paese con il quale il governo di Seul non era mai andato d’accordo. E l’incubo cominciò a materializzarsi quando comparve l’abritro, lo sconosciuto Byron Moreno, che di lì a poco sarebbe entrato nella storia del calcio per una serie di errori (orrori) che avrebbero condannato la squadra di Trapattoni.
Passarono appena 180 secondi dal fischio d’inizio e il direttore di gara ecuadoregno iniziò a farsi notare: ammonizione immediata a Francesco Coco. Dopo altri due minuti fece ancora peggio: calcio di rigore per la Corea del Sud. Moreno vide (solo lui) una evidente trattenuta di Christian Panucci in area ai danni di Seol. Sul dischetto si presentò Ahn, ma Buffon riuscì a respingere il suo tiro. La situazione sembrò volgere finalmente al meglio per la Nazionale italiana quando al 18° Vieri sbloccò di testa il risultato. Il primo tempo si concluse con un altro cartellino giallo frettoloso a Totti e con il punteggio di 1-0 per gli azzurri.
Nella ripresa, i sudcoreani iniziarono a giocare duro e a commettere evidenti interventi irregolari. Moreno però alcuni fece finta di non vederli, e proprio quando non ne poté fare a meno evitò di mostrare i cartellini agli asiatici. Al minuto 52 si «dimenticò» di sanzionare Kim Tae Young che era già ammonito e con un altro giallo sarebbe stato espulso. Stessa tolleranza quando Francesco Totti fu chiaramente ostacolato al limite dell’area di rigore mentre si accingeva a calciare verso la porta avversaria. L’atteggiamento del direttore di gara alla lunga fini con il condizionare e innervosire l’Italia, e anche Trapattoni, spazientito, per sfogarsi di fronte all’ennesimo torto subito prese a calci una bottiglietta d’acqua. La prima beffa giunse all’88° quando Seol batté Buffon e riportò il match in parità.
Nei tempi supplementari di Corea del Sud-Italia Moreno si superò. Al 13° minuto espulse Francesco Totti per una presunta simulazione e, soprattutto, quando mancavano ormai appena cinque minuti al termine annullò senza colpo ferire la rete delle vittoria a Damiano Tommasi per un fuorigioco inesistente. Ormai i calciatori e tutto lo staff italiano erano a nervi tesi e distratti dalle angherie subite dall’arbitro, e la Corea del Sud poté approfittarne, mettendo a segno il golden-gol qualificazione con Ahn, allontanando la lotteria dei calci di rigore e condannando gli azzurri ad un’eliminazione cocente e quantomai discutibile.
I sudcoreani al campionato del mondo 2002 superarono anche la Spagna ai quarti di finale mentre si arresero alla Germania in semifinale. I ragazzi di Hiddink persero la finale per il 3°-4° posto contro la Turchia, mentre a vincere il torneo fu il Brasile con un 2-0 ai danni della Germania.