L’epidemia da coronavirus si è abbattuta (anche) sulla MotoGp dove ormai sembra regnare il caos. La nuova stagione 2020, infatti, ad oggi è ancora avvolta dall’incertezza, dopo i recenti rinvii dei debutti dapprima in Qatar e poi in Thailandia, dove le autorità governative hanno deciso di far slittare le corse. Di conseguenza, si era deciso di procrastinare il debutto della classe regina al 5 aprile, quando era in programma il Gran Premio di Austin negli Stati Uniti. Tuttavia, in seguito alla diffusione del Covid-19 anche in USA, sembra proprio che pure questa gara possa saltare. Tutto è cominciato nel momento in cui la città di Austin ha diramato un comunicato ufficiale nel quale è stato dichiarato lo «stato di calamità locale». Nel documento sono presenti anche i primi provvedimenti adottati dalle istituzioni per cercare di contenere il rischio contagio da coronavirus. Sono stati vietati tutti gli eventi con più di 2.500 persone, esclusi quelli in cui gli organizzatori possono dimostrare al Dipartimento di Salute Pubblica che non c’è alcun pericolo. Dunque, si procederà con una valutazione «caso per caso». La prima importante kermesse cancellata è stata il South By Southwest, noto festival cinematografico e musicale che era stato inserito in calendario dal 13 al 22 marzo. A questo punto, si teme per il destino della corsa della MotoGp, in programma per il 5 aprile. In seguito alla cancellazione della data del Qatar e allo spostamento dell’appuntamento in Thailandia dal 22 marzo al 4 ottobre, la gara statunitense era balzata in cima al calendario, diventando così l’attesa sfida del debutto della Top Class in questo 2020. Invece, se si dovesse confermare lo stato di emergenza sanitaria, quasi certamente verrebbero presi dei provvedimenti che farebbero aumentare i dubbi sulla partenza di questa travagliata stagione.
MotoGp: cosa può succedere se salta la gara di Austin?
Negli Stati Uniti, da quando sono stati riscontrati i primi casi di positività al Covid-19, sono state introdotte delle misure restrittive che riguardano anche i voli aerei che sono stati fortemente limitati in entrata e in uscita dagli States. Se a tutto ciò si aggiunge lo stato di calamità dichiarato dalla città texana di Austin, si comprende come sia fortemente a rischio l’esordio della MotoGp 2020 a partire dal 5 aprile con il Gran Premio delle Americhe. In questo caso, la prima gara utile diventerebbe quella di Termas de Rio Hondo, in Argentina, che scatterebbe il 19 aprile. In questa fase – anche se ormai le situazioni tendono a cambiare ora dopo ora – gli organizzatori sudamericani hanno confermato la corsa della classe regina del motomondiale. Tuttavia, sembra che la Dorna stia pensando di attendere ulteriormente e di far scattare il primo semaforo verde dall’Europa, ossia dal Gp spagnolo di Jerez de la Frontera atteso per il 3 maggio (emergenza coronavirus permettendo). Per il momento dal Texas non sono giunte comunicazioni ufficiali sulla cancellazione o sullo slittamento della corsa del 5 aprile. Sulla questione nei giorni scorsi è intervenuto Carmelo Ezpeleta, CEO della Dorna, il quale ha rassicurato appassionati e tifosi che verrà fatto tutto il possibile per far partire il campionato del mondo 2020, anche se bisognerà dare sempre la priorità alla sicurezza e ai provvedimenti adottati dai singoli Paesi per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Infine ha chiarito che, nonostante il regolamento preveda che per dare validità alla competizione è necessario disputare un minimo di 13 Gran Premi, l’obiettivo resta comunque quello di far correre le 19 gare previste, anche se ciò volesse dire avere una disfida pure a Natale.
Emergenza coronavirus: rinviato anche il Gran Premio della Thailandia