“Dal punto di vista cinematografico direi che le calciatrici hanno compiuto il vero percorso dell’eroe”. Cristiana Capotondi manifesta così tutta l’ammirazione e la stima che nutre per le atlete italiane, impegnate in una dura battaglia per il riconoscimento del professionismo anche nel calcio femminile. L’attrice romana in una lunga intervista per Grazia ha parlato anche della sua passione per calcio e del nuovo incarico di capo delegazione della Nazionale femminile.
Partendo dalla sua infanzia, la Capotondi ha rivelato che l’artefice del suo amore per il gioco del calcio è stato il nonno Giorgio. Questi aveva quattro nipotine femmine e decise che avrebbe insegnato proprio a Cristiana “l’amore per lo sport”. Per diversi anni aveva lavorato nella Roma e possedeva la tessera vitalizia numero uno. Quando il nonno morì, la famiglia dell’artista capitolina decise di restituire il tesserino al club giallorosso. Francesco Totti, per tutta risposta, si mosse personalmente per portare dei fiori in segno di omaggio: “Come capita quando muore qualcuno con un ruolo importante nella squadra”.
La vicepresidente di Lega Pro ha quindi aggiunto che il nonno Giorgio era anche un ottimo nuotatore e pattinatore, e grazie al suo interesse per il mondo dello sport le ha insegnato quanto possa essere determinante anche a livello formativo.
“Considero le calciatrici delle rivoluzionarie pacifiche”
Durante l’intervista per il magazine Grazia, Cristiana Capotondi si è soffermata su un importante ruolo che da poco le è stato assegnato, ovvero quello di capo delegazione della Nazionale di calcio femminile. L’attrice non ha esitato nel definire “una gioia” questo incarico, aggiungendo che si tratta di un lavoro che la gratifica e le sta dando già delle belle soddisfazioni. D’altronde è vicina alle calciatrici italiane e alla loro lotta per entrare nel professionismo. Ad oggi, infatti, mancano le tutele garantite ad esempio ai colleghi maschi, e non sono rari gli esempi di donne che per guadagnare fanno un altro lavoro.
La Capotondi ha poi evidenziato che la sua stima verso le giocatrici è anche sociale, definendole delle “rivoluzionarie pacifiche”. La dirigente della Lega Pro apprezza molto l’immagine della donna che stanno diffondendo queste atlete, finalmente libera dai soliti cliché legati alla sensualità e all’estetica. Infatti sanno sfruttare al meglio il corpo per imporsi a livello sportivo, ma anche tanto carattere e forza di volontà per poter finalmente “realizzare un sogno”.
Ha ricordato che le calciatrici, prima di arrivare ad imporsi, hanno dovuto fare un percorso davvero arduo e in alcuni casi difficile da sopportare. In molte, infatti, fin da bambine sono costrette a giocare con i ragazzi e restano vittime di prese in giro o insulti. Tutto ciò però ha contribuito a farle diventare ancor più “intelligenti e forti”.
Novità nel calcio femminile, arriva Cristiana Capotondi
Sulle quote rosa nelle federazioni sportive, l’attrice romana ha detto che indubbiamente rappresentano una bella opportunità nell’immediato, ma in prospettiva futura potrebbero diventare “controproducenti”. La Capotondi ritiene che nella nostra società nessuno metta in dubbio le grandi qualità delle donne, ma devono essere loro a cominciare a ritagliarsi degli spazi importanti in alcuni ambiti che vengono considerati come “tradizionalmente più maschili”. Il genere femminile ha tutte le carte in regola per farlo puntando su delle caratteristiche uniche e innate quali “l’accoglienza, l’ascolto e la capacità di pacificazione” che le possono rendere indispensabili in qualsiasi settore.