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Jimmie Johnson e la IndyCar: l’ultima sfida della leggenda della NASCAR

Dalla NASCAR alla IndyCar il passo è breve, se ti chiami Jimmie Johnson. O perlomeno così vorrebbe il diretto interessato, che nel 2021 cambia vita. Dopo oltre un decennio di successi tra le stock car, con sette titoli in bacheca, JJ approda nel mondo delle monoposto con il Chip Ganassi Racing, il quale gli mette a disposizione un Dallara Honda, rigorosamente numero 48. Johnson correrà solo sui circuiti stradali e cittadini, lasciando a Tony Kanaan l’onere di prendere il volante per le quattro gare sugli ovali. In questo articolo, esamineremo più da vicino questa prova di coraggio, in cui un pilota leggendario ha accettato di rimettersi in discussione in uno scenario completamente differente.

Jimmie Johnson, com’è nata l’idea di passare dalla NASCAR alla Indycar?

Ufficialmente, Johnson ha iniziato ad approcciare l’ambiente nel 2020, quando ha deciso di chiudere la sua carriera full time nella NASCAR. In verità, il californiano ha sempre avuto una certa ammirazione per la serie, coltivando dentro di sé il sogno di provarci. Parlando di contratto, Jimmie ha cominciato a sondare il terreno lo scorso febbraio, in occasione dei test della serie al COTA. In quella occasione ebbe dei contatti con il team Schmidt McLaren. Tuttavia, la pandemia ha compromesso ogni tentativo di giungere un accordo, causa le ricadute economiche della stessa. Johnson si è rivolto ad altri team, ma tutti gli hanno chiesto di portare un budget. Fino a bussare alla porta di Ganassi, che senza battere ciglio ha accettato la proposta.


Jimmie Johnson, test in IndyCar


Una sfida tra le più grandi di sempre

Con i contratti firmati, che lo legheranno alla squadra per ben due anni, Johnson ha cominciato a pianificare il suo ingresso in IndyCar. La scelta di correre solo sui circuiti stradali significa per lui entrare in un terreno inesplorato. Jimmie, essendo figlio della NASCAR, è un’ovalista, e dovrà adattarsi ad un ambiente quasi estraneo, con vetture completamente differenti. La distribuzione del peso al posteriore e non all’anteriore, e la riduzione dello stesso, rende ad esempio le reazioni della vettura più nervose. Ragion per cui JJ è andato in testacoda più spesso di quanto abbia mai fatto nella sua vita. Le aspettative quindi non sono alte. Fa’ un po’ strano che un sette volte campione si trovi nella condizione di dover mettere da parte l’orgoglio da curriculum, accettando l’umiltà tipica dei rookie.

Jimmie Johnson: ovali in IndyCar? Perché no?

Per quest’anno, la Indycar stradale sarà il vero impegno di Johnson. Ma per un dio dell’Olimpo NASCAR la domanda sorge spontanea: e gli ovali, niente? Jimmie ha confessato che la porta ai catini in monoposto non è del tutto chiusa. Sebbene abbia ancora qualche riserva a livello di sicurezza, si è raccomandato a se stesso di provare prima di decidere se accettare o rifiutare. Magari non lo vedremo alla 500 miglia di Indianapolis, come ha fatto Alonso, per esempio, ma un’incursione al Gateway per esempio potrebbe scapparci. Un’ultima frontiera, infine, potrebbe essere l’endurance. Johnson ha concluso secondo la 24 ore di Daytona, e non ha escluso di disputare altre corse nella serie IMSA.


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