Inter, Juve, Lazio sono le tre indiscusse regine del nostro campionato, anche se bisognerebbe aggiungere l’Atalanta per far calare questo poker d’assi alla nostra Serie A. Ieri la squadra di Gasperini ha rifilato ancora cinque reti alla propria avversaria, dopo il pokerissimo prima di Natale contro il Milan di Stefano Pioli.
Al San Paolo rispunta la Lu-La
Nemmeno Mancini e Mourinho erano mai riusciti a vincere a Napoli. Era dal 1997 che l’Inter non usciva con i tre punti dallo Stadio San Paolo. L’impresa era riuscita ai nerazzurri di Gigi Simoni, neanche per i gol del Fenomeno Ronaldo, ma grazie alle marcature di un sgherro difensore come Galante e Winter, il cui tiro era stato deviato dalla allora ala destra partenopea, Turrini.
Questa vittoria per la squadra di Conte vale molto, perché è un successo su un campo difficile, seppure in questi tempi il Napoli di Gattuso non rappresenti il fior fiore del calcio italiano. Lukaku poi sta diventando sempre più protagonista nel nostro Belpaese. Non è forse un Campione, ma è un giocatore di una generosità straordinaria, che giova a tutto l’ambiente dell’Inter. Assieme a Lautaro sta formando una coppia perfetta. Anche ieri i due sono andati a rete in coppia, per la gioia di tutto il popolo nerazzurro. Sono già 30, le loro realizzazioni nella stagione.
Quinta volta di seguito che Ronaldo va a segno per la Juventus
Il primo gol è forse un regalo del duo del Cagliari, Walukiewicz-Klavan, ma questo fenomeno di Ronaldo sembra avere il turbo ai piedi. Si dice che non sappia più saltare l’uomo, che abbia perso la progressione di un tempo. Ma, atleticamente parlando, rimane ancora il giocatore più forte del pianeta. Vederlo muoversi in campo fa ancora una certa impressione. Si avventa su ogni palla. Corre come un forsennato e in ogni partita sembra sempre che voglia dire: il più forte rimango sempre io!
Se Cristiano saprà mantenere questa condizione da qui a fine anno, Sarri potrà fare dei bei sogni. Ma tutta la Juve sembra crescere, almeno nei singoli. Demiral sta rubando il posto a De Ligt, o meglio si sta ritagliando il suo ruolo da marcatore, a fronte dell’infortunio di Chiellini. L’olandese è forse l’alter ego di Bonucci, perché l’ex giocatore dell’Ajax, potrà avere avuto i suoi problemi, ma la sua classe e il suo talento sono fuori discussione. Sarri deve solamente schiacciare sul pedale dell’intensità, quella si vede che a volte manca. E non è solo per lo 0-0 del p.t. che si dice questo. Si nota proprio che non c’è quella fluidità nelle azioni dei bianconeri, come invece dovrebbe essere per una forza come la Juve.
Lazio e Atalanta fanno spavento
La squadra di Simone Inzaghi è arrivata alla nona vittoria consecutiva in Campionato, eguagliando così il record della Lazio targata Eriksson, della stagione 1998/99. Per la formazione biancoceleste è la sesta volta che il gol arriva dopo lo scoccare del 90′. Espulso il bresciano Cistana, da notare come il tecnico laziale, Inzaghi, per evitare di perdere il vantaggio dell’uomo in più, cambi due dei suoi uomini ammoniti Radu e Parolo, con Cataldi Jony, adottando pure un nuovo modulo di gioco (4-3-1-2).
Nelle ultime partite l’Atalanta di Gasperini ha fatto un parziale di 10-0, dando democraticamente uno schiaffone sia al Milan che al Parma. Con 48 reti all’attivo, la Dea è il miglior attacco della Serie A. Sabato sera, a San Siro, contro l’Inter di Conte, per la squadra del tecnico di Grugliasco sarà un test probante per misurare la propria forza. Sia contro la Lazio che contro la Juve, gli orobici per un lungo tratto avevano dominato la gara, per poi pareggiare contro la formazione di Simone Inzaghi e perdere contro quella di Sarri, vedremo ora cosa succederà contro l’undici di Conte.
Il ritorno di Ibra
L’intero stadio di San Siro lo ha accolto a braccia aperte, lui nel dopo partita ha affermato che se mai avesse segnato, avrebbe esultato con il segno di Dio. La sua prova non è stata suggellata dal gol, ma nel pezzo di partita disputato lo svedese ha manifestato il suo carisma. Zlatan Ibrahimovic ha messo nella condizione di segnare Krunic e Rafael Leao e ha dimostrato di essere ancora un uomo di valore. Il giocatore è ancora un po’ arrugginito dopo i tre mesi di inattività e il suo scatto non è più quello di una decina di anni fa, lo si capisce bene. Ma la scossa alla squadra, Ibra, è riuscita a darla lo stesso. Dopo un primo tempo molto anonimo in cui il Milan non era riuscito a punzecchiare la porta difesa da Audero, al suo ingresso i rossoneri hanno cambiato il proprio modo di giocare, mostrando maggior caparbietà, sarà un effetto placebo o sarà la realtà?