Valentino Rossi quest’anno sta vivendo indubbiamente una delle sue peggiori stagioni da quando è un protagonista della MotoGp, per non dire addirittura che sta ottenendo tra i risultati più deludenti di tutta la sua leggendaria carriera. Soprattutto negli ultimi 4 Gran Premi, in ben tre occasioni non è riuscito ad andare a punti, mentre il suo compagno di squadra in Yamaha, Maverick Vinales, sta dimostrando che gradualmente il feeling con la moto sta migliorando, per non parlare del giovane talento Quartararo che sta dando spettacolo nel Team Petronas. E mentre per il Dottore si torna a parlare di un imminente ritiro, Lin Jarvis, managing director dell’azienda giapponese, di fatto ha lasciato intendere che la squadra si sta già preparando a dare l’addio al campione italiano.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Motorsport.com, il dirigente senza mezzi termini ha affermato innanzitutto che ormai la MotoGp è pronta a fare a meno di Valentino Rossi, ricordando che quando una situazione simile si è verificata in altri sport «non ha avuto effetti immediati». Per chiarire il suo ragionamento, Lin Jarvis ha ricordato quanto accaduto in Formula 1 dopo la tragica morte di Ayrton Senna, con il Circus che comunque è andato avanti, così come è avvenuto anche dopo l’addio alle corse di Michael Schumacher. Tornando al campionato della classe regina delle moto, probabilmente tutti temono che senza il 9 volte campione del mondo i circuiti possano svuotarsi perché la disciplina perderebbe di appeal, ma in realtà per il direttore della Yamaha non sarà così, perché ci sono ormai numerosi talenti, una qualità molto alta in pista e soprattutto ben sei grandi aziende che sono pronte a darsi battaglia.
Passando poi a cosa potrebbe accadere alla Yamaha in caso di divorzio da Valentino Rossi, Lin Jarvis è stato piuttosto categorico, dicendo che tutti sentiranno la sua mancanza, ma aggiungendo che sicuramente «la vita andrà avanti» e che il fuoriclasse pesarese quasi certamente resterà nel mondo della MotoGp, magari ricoprendo un altro ruolo. Nel ripercorrere la storia del Dottore con la Casa dei Tre Diapason, il dirigente ha detto che quando il centauro italiano è andato via nel 2011 per passare alla Ducati, lo ha fatto perché visibilmente contrariato con il team, giacché Lorenzo aveva vinto il campionato del mondo e lui aveva pensato che ormai fosse giunto il momento di cambiare aria. Poi, quando nel 2013, è tornato, lo ha fatto con una mentalità differente e inevitabilmente «questo ha cambiato tutto».
Lin Jarvis categorico: «Il nostro livello di dipendenza da Rossi è cambiato»
Durante il suo intervento a Motorsport.com, il managing director della Yamaha, ribadendo che Valentino Rossi ormai sta scrivendo il suo ultimo capitolo di corse nella MotoGp, si è detto piuttosto sicuro che non ha alcuna intenzione di passare ad un’altra squadra. La differenza tra l’addio del 2011 e quello che ci dovrebbe essere al termine di questa stagione, è legato al fatto che allora il campione di Tavullia aveva collezionato ben 4 titoli mondiali, e la sua partenza aveva finito per avere un grande impatto su tutto il team.
Valentino Rossi: un progetto nel nome di Simoncelli
Adesso però la situazione è diversa, il centauro 40enne sta attraversando una fase differente della sua vita e della sua carriera e, di conseguenza: «Il futuro della Yamaha non passa più attraverso Valentino Rossi». Anche in quest’occasione Lin Jarvis non le ha mandate a dire, aggiungendo che ormai l’eredità del Dottore nella squadra nipponica è terminata e che si proseguirà tranquillamente anche senza di lui. Allo stesso tempo, il dirigente ha provato ad aggiustare un po’ il tiro, dicendo comunque che l’asso pesarese resterà importante soprattutto per la storia del team, augurandosi che possa diventare «ambasciatore del marchio».
Sul ritiro atteso (sembra) al termine di questa stagione – giacché non dovrebbero esserci i presupposti addirittura per una chiusura anticipata – Lin Jarvis ha affermato che di solito la decisione va presa da ambo le parti, anche se dev’essere principalmente il pilota a fare un passo in questa direzione quando capisce che ormai non ha più le stesse motivazioni del passato e non riesce più ad essere competitivo e vincente come vorrebbe. Comunque il direttore della Yamaha si è detto certo che alla fine non vi sarà alcun attrito: «Perché di solito le due parti arrivano alle stesse conclusioni».