Ci saranno trofei, maglie storiche e soprattutto due biciclette. Il mito di Pantani ben presto sarà oggetto di una vendita all’incanto che, se da un lato appassionerà collezionisti e tifosi, dall’altro lascerà un pizzico di malinconia per i ricordi delle imprese del grande campione che non troveranno posto in un museo celebrativo come magari avrebbero meritato. L’evento si terrà il 9 dicembre e comprenderà 37 lotti che in precedenza avevano fatto parte della collezione della Mercatone Uno, per diversi anni sponsor principale delle vittorie del Pirata.
L’asta sarà gestita virtualmente da Bolaffi, e si prevede che tra i pezzi più ambiti ci saranno due biciclette speciali. Entrambe sono dei modelli da gara realizzati all’epoca con un telaio super-leggero adatto proprio al fuoriclasse romagnolo. La prima bici è quella utilizzata al Tour de France del 2000 durante la leggendaria tappa Carpentras-Mont Ventoux che il 13 luglio consacrò ulteriormente il mito di Pantani, il quale riuscì a trionfare rifilando un minuto di distacco al campione statunitense Lance Armstrong.
La seconda invece fu protagonista della corsa su strada alle Olimpiadi di Sydney 2000. La base d’asta per entrambe le biciclette dovrebbe essere compresa tra i 25.000 e i 30.000 euro, ma secondo le previsioni degli organizzatori della Bolaffi il prezzo salirà ben più in alto e potrebbero essere vendute anche per una somma che potrebbe sfiorare i 100.000 euro cadauna. Le bici erano di proprietà del team che allora era targato Mercatone Uno, hanno le misure adatte proprio al Pirata e portano la sella personalizzata. Saranno disponibili anche alcune storiche casacche indossate dallo scalatore di Cesenatico, nonché ritratti esclusivi e coppe conquistate dal grande campione.
Vendita all’incanto per i ricordi del mito di Pantani
I lotti legati al mito di Pantani che finiranno all’asta il 9 dicembre facevano parte del Museo Mercatone Uno, inaugurato a Imola per volontà dello storico fondatore dell’azienda Romano Cenni. Oggi la struttura è chiusa e dei fasti del passato resta solo una grande biglia che raffigura l’immagine del campione di Cesenatico.
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I commissari straordinari che stanno gestendo la società dopo il fallimento hanno deciso di organizzare questa vendita all’incanto per ovviare ai circa 80 milioni di euro accumulati dall’ex catena di grandi magazzini. I 278 dipendenti (43 dei quali lavoravano proprio alla sede di Imola) sono finiti in Cassa integrazione straordinaria dopo la chiusura dell’attività.
Le bici, le maglie e i trofei di Marco Pantani avrebbero certamente meritato un destino più glorioso. Purtroppo però lo Spazio Pantani di Cesenatico, il piccolo museo aperto dai familiari dell’indimenticato Pirata, non è riuscito ad avere in custodia questi leggendari oggetti che, dunque, da dicembre finiranno in collezioni private e non potranno più essere mostrati al pubblico nel ricordo delle epiche imprese dello scalatore romagnolo.