Il mondo del motorsport è in fermento in questo 2020 convulso e schizofrenico. Con la F1 che rimanda e rimanda ancora, la IndyCar che stravolge il calendario, e la MotoGP che dichiara quella che sembra essere una resa incondizionata, c’è la NASCAR che prova invece a far ripartire lo show.
Secondo quanto riportato da Adam Stern, giornalista dello Sport Business Journal, la NASCAR sta elaborando in questi giorni un programma per riprendere il campionato, interrotto ormai un mese fa. Il programma prevede di disputare le prime prove a porte chiuse, senza il pubblico sugli spalti, e con le limitazioni nel paddock. Tra le ipotesi vagliate, ad esempio, ci sono restrizioni da applicare in corsia box, per mantenere le distanze di sicurezza, e modifiche al weekend di gare con limitazioni per prove libere e qualifiche. Il programma deve anche prevedere la possibilità di eseguire test in forma rapida, e probabilmente anche misure di contenimento in caso di contagi.
Lo show vero per la NASCAR, così come per ogni altro campionato, sono le gare. A questo proposito, il piano della federazione delle stock car sta sviluppando vari programmi per ripartire. Il primo prevede uno slittamento di 8 settimane, con ripartenza a Martinsville. Il secondo vede uno slittamento di dieci settimane, con ripartenza a Charlotte. Il terzo prevede 12 settimane e ripartenza forse in Texas, mentre l’ultimo prevede altre 15 settimane di stop, con partenza da definire e finale di stagione a dicembre.
Insomma, nonostante le difficoltà di un momento dove l’incertezza regna sovrana, la NASCAR ha già gli occhi proiettati verso il futuro. Non mancheranno però le ferite da curare. Lo stop da coronavirus ha già costretto la federazione a tagliare gli stipendi ai dipendenti del 25%. E’ un momento duro anche per i team. Secondo Rick Ware, titolare di un team della Cup Series, le perdite finanziare andranno tra i 600 e gli 800 mila dollari.