Le Olimpiadi invernali 2022 sono già state assegnate alla Cina, eppure c’è il rischio che possano cambiare sede. In queste settimane stanno giungendo pesanti critiche da parte dei Paesi Bassi, degli Stati Uniti e del Canada, i quali ritengono che Pechino 2022 debba essere tolto alla Repubblica popolare cinese per ripetute violazioni dei diritti umani. Nello specifico, l’accusa riguarda la repressione attuata nei confronti della minoranza musulmana uigura che si trova nello Xinjiang, nella zona nord-occidentale del Paese asiatico.
In Canada e nei Paesi Bassi gli interventi del governo di Pechino nei confronti della suddetta minoranza sono stati definiti un “genocidio”, e la stessa cosa è accaduta anche negli Stati Uniti. Sjoerd Sjoerdsma, deputato olandese del partito D66 che fa parte della maggioranza di governo, in un’intervista ha affermato che quella attuata in Cina attualmente rappresenta: “La più grande persecuzione di una minoranza etnica dalla seconda guerra mondiale”. Il parlamentare ha aggiunto che Pechino starebbe attuando una violenta politica repressiva basata su stupri e sterilizzazione forzata, e per questo motivo si dovrebbe intervenire per negare le Olimpiadi invernali.
Il partito social-liberale di Sjoerdsma ha lavorato alla mozione che ha portato a definire ufficialmente un “genocidio” il trattamento riservato dalla Cina nei confronti degli uiguri. Ha spiegato che al momento gli atleti sono liberi di scegliere se prendere parte o meno a Pechino 2022, ma lui preferirebbe che ci fosse una presa di posizione ufficiale da parte del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), affinché si assegni ad un altro Stato l’organizzazione della manifestazione sportiva.
Pechino 2022: monta la protesta contro le Olimpiadi invernali in Cina
Gli Stati Uniti nei primi giorni di febbraio si sono affiancati a Paesi Bassi e Canada nell’opposizione ai Giochi invernali cinesi. Sette senatori repubblicani hanno chiesto ufficialmente un cambio di sede dell’evento sportivo. A questa richiesta è seguita quella del leader del partito conservatore d’opposizione canadese, Erin O’Toole.
Ricordiamo che, quanto sta accadendo intorno a Pechino 2022, non è una novità assoluta. Nella storia, infatti, una situazione simile si è verificata nel 1936 quando diversi Paesi (tra cui gli Stati Uniti) si rifiutarono di prendere parte ai Giochi Olimpici ospitati dalla Germania nazista. Nel 1980, invece, sempre gli USA si ribellarono alle Olimpiadi di Mosca in segno di protesta in seguito all’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica.
Olimpiadi invernali 2022: Pechino pronta per ospitarle
A questo punto, a fronte di queste proteste ufficiali contro Pechino 2022, c’è da capire se effettivamente si arriverà alla decisione di spostare le Olimpiadi invernali altrove. Qualche anno fa si verificò un episodio simile per i Giochi estivi di Pechino del 2008, quando si chiese che non fossero disputati per sanzionare il governo cinese in merito alla strategia politica attuata in Tibet. In quella circostanza, però, non furono presi provvedimenti e la competizione si tenne regolarmente.