Un ritorno al passato, alle immense tappe lungo percorsi accidentati, strade sterrate e orari di partenza che potrebbero essere stabiliti anche di notte. Il ciclismo starebbe pensando di fare un importante passo indietro per recuperare uno spirito d’avventura, un’epicità ed una spettacolarità che la tecnologia e le strade ben asfaltate degli ultimi tempi sembrano avergli sottratto. Non si tratta di un’idea lanciata a caso, ma di una vera e propria proposta di cui si sta già discutendo all’UCI (Unione Internazionale del Ciclismo) e che ha anche un portavoce ufficiale.
Si tratta di Giancarlo Brocci, colui che nel 1997 ha inventato L’Eroica, competizione amatoriale che si tiene ormai da più di vent’anni a Gaiole in Chianti (provincia di Siena). Una granfondo basata esclusivamente su strade bianche e sul recupero della leggendaria fatica del ciclismo del passato che, nel tempo, ha visto crescere il numero di appassionati. Non è un caso, infatti, se anche altri Paesi come Sudafrica, Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna e Spagna abbiano deciso di ospitare altre edizioni della manifestazione.
In questi giorni, Brocci si è recato nella cittadina di Aigle, in Svizzera, dove sorge la sede centrale dell’UCI. Qui ha incontrato il presidente della federazione ciclistica, David Lappartient, proprio per avere un confronto e per proporgli ufficialmente di introdurre una competizione che si basi sulle storiche peculiarità di questo sport che hanno contribuito a farlo entrare nella leggenda grazie anche a imprese storiche come quelle di Alfredo Binda e Learco Guerra. Il giornalista toscano si è recato nel Paese elvetico insieme ad una rappresentanza di 16 località sciistiche del Cantone Vallese.
In realtà, sono stati proprio gli esponenti di queste comunità di montagna a contattare Brocci. Infatti, siccome a causa del riscaldamento globale gli sciatori sono in calo per mancanza di neve, si sta cercando di dare il via ad altre iniziative che possano portare nuovi sportivi e visitatori in queste zone montane. A tal proposito, l’obiettivo sarebbe proprio quello di proporre L’Eroica anche in Svizzera, aprendola però ai professionisti, dunque un ulteriore salto in avanti rispetto al ciclismo amatoriale. Raggiunto dall’AdnKronos, lo scrittore senese ha affermato che il presidente Lappartient si è mostrato piuttosto interessato alla proposta, dicendo di essere pronto alla «apertura di un tavolo» per valutare meglio il progetto e studiarlo nel dettaglio.
La proposta di Brocci: ciclismo su strade sterrate senza computer e con percorsi alternativi
Durante il suo incontro con il massimo dirigente dell’UCI, Brocci gli ha proposto di introdurre una competizione diversa dai soliti e tradizionali Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta spagnola, caratterizzata da percorsi completamente differenti che esulino dalle salite di montagna ormai note a tutti, sportivi e pubblico. Inoltre, le gare si disputerebbero su strade sterrate, con frazioni molto più lunghe (oltre i 300 chilometri) e con partenze che potrebbero avvenire anche di notte.
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L’idea avanzata dall’inventore de L’Eroica si basa anche su altri presupposti: innanzitutto i ciclisti dovrebbero utilizzare delle biciclette prive di rapporti da rampichino, mettendo così maggiormente in risalto il talento degli atleti lungo le salite più dure. Inoltre non bisognerebbe utilizzare computer e nemmeno radioline (quindi via la tecnologia) e i rifornimenti dovrebbero avvenire solo a terra. Anche per quanto concerne la preparazione atletica e la corporatura dei protagonisti delle gare Brocci vorrebbe inserire dei cambiamenti.
Nel corso del colloquio con Lappartient ha suggerito che a queste corse alternative prendano parte corridori il cui grasso corporeo non risulti al di sotto della soglia del 6%. Il giornalista toscano, infatti, è contrario all’aspetto che hanno assunto i ciclisti negli ultimi tempi: troppo magri e snelli rispetto agli atleti più robusti del passato.
Infine è stato sottolineato che quest’iniziativa non è stata lanciata esclusivamente per una sorta di recupero «nostalgico». L’obiettivo principale è quello di rilanciare l’intero movimento ciclistico d’eccellenza che negli ultimi anni sembra essersi un po’ appiattito in termini di spettacolarità e imprevedibilità. Numerosi, infatti, sono gli appassionati che lamentano sfide all’insegna della noia, e tutto ciò pare stia facendo perdere diversi tifosi a questo sport che continuerebbe ad essere seguito costantemente soltanto dai fan irriducibili. Secondo Brocci, quindi, riducendo la tecnologia e introducendo dei tracciati più impervi (com’erano agli albori del ciclismo) si potrebbero avere di nuovo delle gare appassionanti e soprattutto dei protagonisti più vicini alla gente.