La morte di Diego Armando Maradona all’età di 60 anni ha davvero scioccato tutto il mondo. Diego Armando Maradona è nacque il 30 ottobre 1960 a Villa Fiorito, provincia di Buenos Aires. Di origini molto umili, in breve tempo ha cominciato a distinguersi per la sua enorme abilità con la palla. Ha debuttato in Prima Divisione giocando per gli Argentinos Juniors, all’età di 15 anni, il 20 ottobre 1976, nella sconfitta per 1-0 contro i Talleres de Córdoba. La Nazionale argentina fu felice di vederlo giocare a 16 anni, quando giocò la sua prima partita con il Maggiore, il 27 febbraio 1977, contro l’Ungheria. La partita si è giocata a La Bombonera, con l’Argentina che ha vinto per 5-2. È stato campione del mondo in Messico ’86, dove ha segnato il miglior gol di tutti i tempi contro l’Inghilterra, e secondo classificato in Italia ’90.
La vita fantastica di Diego Armando Maradona
In Argentina, oltre a giocare per Bicho de La Paternal, era anche un fan dei Boca Juniors e degli Old Boys of Rosario di Newell. Dalla Xeneize fece il salto in Europa: nel Vecchio Continente sbarcò prima a Barcellona, e poi passò a Napoli, dove arrivò la consacrazione. Dopo una sospensione per doping, ha avuto un ultimo ruolo in Europa come calciatore del Siviglia. La sua carriera professionale è durata 21 anni, tra il 1976 e il 1997. Ha giocato per sette anni al Napoli, il club che ha goduto di più, e solo cinque partite negli Old Boys di Newell nel 1993. In tutta la sua carriera ha giocato 679 partite e segnato 345 gol. Nell’Argentinos Juniors ha giocato dal 1976 al 1980. Ha giocato 166 partite con 111 gol segnati. Lo stadio del club, in un meritato tributo, ha il suo nome. La morte di Maradona ha scioccato l’intera Argentina.
Una carriera incredibile che ha fatto la storia
La sua carriera continua al Boca Juniors, dove debutta il 22 febbraio 1981 contro Talleres de Córdoba. Con lo Xeneize ha vinto 4-2 e ha segnato due gol il 10. Con il blu e oro è stato campione del Metropolitan del 1981. Con il Boca ha giocato 40 partite e segnato 28 gol. Dopo essere stato venduto al Barcellona, è tornato 14 anni dopo al club di La Ribera, il 7 ottobre 1995. Il 25 ottobre 1997 ha appeso le scarpette, il pomeriggio gli Xeneizes hanno battuto il River Plate 2-1. In quella seconda fase boquense ha giocato 30 partite e segnato 7 gol. Ha debuttato con il Barcellona il 4 settembre 1982, contro il Valencia. Lì ha vinto la Coppa di Lega e la Coppa del Re. Il 5 maggio 1984, si congedò con una sconfitta contro l’Athletic de Bilbao, nella finale di Coppa del Re. Ha giocato 58 partite con i catalani e ha segnato 38 gol.
Napoli in lutto per la morte di Maradona
Napoli era il suo posto nel mondo. Vi debuttò il 16 settembre 1984 contro il Verona, perdendo 3-1. Grazie al suo talento, nella stagione 1986/87 la squadra del sud Italia vinse il primo scudetto della sua storia, titolo che ripeté nel 1989/90. Con il Napoli ha vinto anche la Coppa Italia 1986/87, la Supercoppa del ’90 e la Coppa UEFA 1988/89. Il 24 marzo 1991 si inchinò con una sconfitta contro la Sampdoria. A Napoli ha giocato 259 partite e segnato 115 gol. Era il simbolo della città. Dopo la sua partenza dall’Italia, il Siviglia lo aspettava: il suo debutto spagnolo avvenne il 4 ottobre 1992, contro l’Atletico Bilbao, con una sconfitta per 2-1. Ha giocato 29 partite e segnato 8 gol. Lì giocò 29 partite e segnò otto gol. Andò da Newell, in quello che fu il periodo più breve della sua carriera: iniziò il 10 ottobre 1993, giocando cinque partite senza segnare un gol.
I problemi con il doping e la dipendenza da droga motivi della morte precoce di Maradona
I casi di doping hanno segnato una triste tappa della sua carriera. La prima sospensione risale al 17 marzo 1991, dopo una partita in cui il Napoli ha battuto il Bari per 1-0. Il campione di urina mostrava tracce di cocaina e il 20 aprile di quell’anno Maradona è stato sospeso per 15 mesi. La sentenza è durata fino al 30 giugno 1992. Il 25 giugno 1994, durante i Mondiali di calcio negli Stati Uniti, si verificò un altro episodio doloroso per i tifosi di calcio: la Nazionale argentina batté la Nigeria per 2-1, e dopo la partita del 10, furono sorteggiati per un controllo antidoping. In quell’occasione è risultato positivo all’efedrina, una sostanza vietata dalla FIFA. Un altro problema con il quale Diego affrontava era anche l’uso pesante di cocaina. Ha lottato contro questa dipendenza ma ne è uscito debole con un organismo molto abusato. Ed è anche una delle cause della morte di Maradona.
La sua esperienza come Allenatore
Come allenatore ha debuttato nel 1994 nel Deportivo Mandiyú de Corrientes, con Carlos Fren come assistente allenatore (ha allenato 12 partite, ne ha vinte 1, ne ha pareggiate 6 e ne ha perse 5). Nel 1995 è arrivato al Racing Club (ha allenato 11 partite, ne ha vinte 2, ne ha pareggiate 6 e ne ha perse 3). Dopo molti anni senza attività, è arrivato il momento di dirigere la Nazionale Argentina, il suo sogno. Tra il 2008 e il 2010, compresi i Mondiali di calcio in Sud Africa, ha allenato 24 partite: ne ha vinte 18 e ne ha perse 6. Nel 2011 e nel 2012 ha allenato Al Wasl degli Emirati Arabi Uniti, e tra il 2017 e il 2018 è stato ad Al Fujairah dello stesso Paese. Nel 2018 e nel 2019 è arrivato al Dorados de Sinaloa, in seconda divisione del Messico, con 38 partite allenate, 20 vinte, 9 pareggiate e 9 perse. L’ultimo passo di Diego come allenatore di Gimnasia y Esgrima de La Plata (20 partite, 7 vinte, 5 pareggiate e 8 perse) è stato in Argentina. La sua efficacia come allenatore è stata del 55,16%. Diego Armando Maradona rimane un immortale del calcio mondiale, regalandoci forti emozioni e facendo sognare intere generazioni.