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Osaka si sfoga: «Perché non posso parlare di politica?»

Naomi Osaka non ci sta. La tennista, n. 10 del ranking mondiale, ha dimostrato da sempre la sua sensibilità al tema «razzismo». Ora, ha deciso di rispondere fermamente a chi ritiene che lei, in quanto sportiva, non avrebbe dovuto lasciarsi andare a valutazioni su un caso così delicato, dal punto di vista politico e sociale, come quello dell’assassinio del 46enne afroamericano George Floyd. 

La sportiva giapponese, attualmente la più pagata al mondo, vive negli Stati Uniti ed è scesa in strada più volte, unendosi alle proteste di questi giorni. L’ex numero aveva condiviso lo scorso 30 maggio un breve video su Instagram dei suoi passi, mentre era in marcia per Los Angeles. Su Twitter, invece, ha condiviso un breve, ma significativo pensiero: «Solo perché non ti sta succedendo nulla, non vuol dire che non stia succedendo nulla».

Da lì molti messaggi a sostegno della giapponese, ma anche molte manifestazioni di sdegno da parte dei suoi follower. Ecco allora che ieri la ventiduenne ha postato un tweet in risposta alle critiche ricevute sui social media: «Non sopporto quando la gente dice che gli sportivi non dovrebbero parlare di politica ma giocare e basta». Queste le parole della tennista che ha, poi, aggiunto: «Primo: parliamo di diritti umani. Secondo: perché voi avreste più diritto di parlare di me? Stando alla vostra logica, se uno lavora all’Ikea può parlare solo di Gronlid».

Nei giorni scorsi anche la sedicenne, stella nascente del tennis americano, Coco Gauff aveva postato un tweet dove affermava: «Sono in lacrime guardando questo video…. Ogni giorno persone innocenti muoiono a causa del colore della loro pelle. Nessuno merita di morire così. Non posso crederci. Questo deve finire». La giocatrice statunitense era anche intervenuta durante una manifestazione in Florida: «È triste protestare per la stessa cosa per cui protestava mia nonna mezzo secolo fa».