Un’altra settimana di football è passata. La seconda settimana ha acceso i riflettori su nuovi protagonisti di questa stagione, nuovi inizi, ma ha fatto anche rivivere vecchie emozioni. Ecco alcune pillole della Week 2.
STORIE CHE COMINCIANO
Dopo la prima settimana, in cui hanno brillato particolarmente Joe Burrow e Clyde Edwards-Helaire, in Week 2 si sono messi in luce altri due protagonisti del draft 2020.
CEDEE C’È
È stato il nome chiave nel draft di Dallas, un giocatore in grado di dare soluzioni offensive in più a Prescott. Contro Atlanta, molto di più rispetto alla partita contro i Rams, CeeDee Lamb si è dimostrato determinante per prendere yard e far avanzare l’attacco. Il rookie da Oklahoma ha concluso la partita con 106 receiving yards, meglio di ogni altro ricevitore di Dallas. Con 6 catch totali, si è rivelato uno degli obiettivi preferiti di Prescott, insieme a Coopere Elliott e dietro solo a Dalton Schultz (9). Ci è voluta una settimana, ma i Cowboys hanno finalmente visto di che pasta è fatto Ceedee Lamb.
WELCOME TO THE NFL, JUSTIN
L’auspicio era di vederlo in campo alla prima partita, in un faccia a faccia tra rookies contro Burrow. Non è stato così, ma, alla sua prima gara in NFL, Justin Herbert si è trovato di fronte il quarterback campione in carica Patrick Mahomes. Al cospetto di Pat e dei Chiefs, le gambe di Herbert non hanno certamente tremato. Anzi, la sesta assoluta del draft 2020 da molto filo da torcere alla difesa di coach Reid e si presenta alla lega con un rushing touchdown, come aveva fatto il suo collega Burrow. Los Angeles non è riuscita a portare a casa lo scalpo dei Chiefs, complice un magistrale field goal di 58 yards calciato da Butker, ma Herbert ha sicuramente dato ottimi segnali per il futuro.
TUTTO A POSTO (O QUASI) A SAN FRANCISCO
Non è stato un vero e proprio test, ma certe partite è anche molto facile sbagliarle. Dopo essere stati sgambettati dai Cardinals in Week 1, i 49ers hanno dimostrato di esserci e di poter ancora offrire quel gioco che li ha condotti al Super Bowl LIV. In attesa di vedere in campo il vero Kittle, ci hanno pensato Mostert, Reed e McKinnon a far venire il mal di testa alla difesa dei Jets.
Tutto a posto, dunque, a San Francisco. O quasi, visto che le brutte notizie arrivano dalla difesa. A causa di un brutto infortunio, Shanahan dovrà fare a meno del suo pilastro Nick Bosa che, molto probabilmente, starà fuori per tutta la stagione.
TAMPA SCOPRE FOURNETTE
Uno dei protagonisti nella vittoria contro i Panthers. Leonard Fournette, con le sue 103 rushing yards, ha messo in seria difficoltà la difesa di Matt Rhule. L’ex Jaguars ha coronato la sua prestazione con i primi due touchdown con la nuova divisa dei Bucs e ha dimostrato di poter essere una soluzione in più per l’attacco.
L’ESORDIO ALL’ALLEGIANT
Con la prima partita nel nuovo Allegiant Stadium, si può dire che la nuova vita dei Raiders è cominciata. Inaugurare il nuovo stadio con una vittoria è sempre molto bello, ma quando si domina e vince contro i New Orleans Saints, la vittoria ha un sapore più dolce. Las Vegas ci ha messo un quarto per capire come rendere inefficace il gioco della squadra di Payton. Derek Carr, dopo 15 minuti di grande difficoltà, ha preso in mano il suo attacco con giocate veloce e, un down dopo l’altro, ha portato i suoi a rimontare e sorpassare gli avversari.
Una volta finita la partita, il quarterback di Las Vegas ha lasciato la sua firma anche sul muro dello stadio, con tanto di dedica alla prima vittoria. Il simbolo di un nuovo inizio per i Raiders.
STORIE CHE CONTINUANO
BRADY PASSA LE 75.000
Tom Brady ha certamente scritto delle pagine importanti nella storia recente della NFL. Dopo aver iniziato la sua nuova avventura con Tampa, TB12 ha raggiunto un traguardo che ancora mancava. Con le 217 yards lanciate contro i Panthers, Brady è diventato il secondo quarterback, dopo Drew Brees, a superare le 75.000 passing yards. L’avventura di Tom a Tampa è appena cominciata, ma la sua storia in NFL continua.
ALLEN TOCCA IL PICCO
Con i Patriots che sono cambiati molto nell’ultima offseason, il dominio della AFC East potrebbe seriamente essere conteso dai Bills. Contro Miami, Buffalo ha mostrato tutte le sue qualità e non è stato facile, visto che i Dolphins hanno tirato fuori gli artigli.
Alla fine, però, Fitzpatrick si è dovuto inchinare davanti alla prestazione del collega Josh Allen, che ha chiuso con le migliori statistiche nella sua carriere in NFL, sino a qui. Nel match contro i Dolphins, il quarterback di Buffalo ha lanciato per 417 yards, trovando 4 touchdown passes e ha, sicuramente, messo in mostra tutta la potenza del suo braccio. Per il ragazzo arrivato dall’Università del Wyoming, dopo due buone stagioni alla guida dell’attacco dei Bills, questa può essere la stagione della consacrazione.
WILSON, LA CERTEZZA DI SEATTLE
Seattle ha un feeling particolare con il rischio e nello scatenare panico nei suoi tifosi, regalando sempre partite dall’esito incerto e sempre aperto. Una certezza, però, i Seahawks ce l’hanno in Russell Wilson. Pur cominciando sottotono e venendo messo schiena a terra per innumerevoli volte, al numero 3 basta anche solo un big play buono per dare la svolta a una partita. È successo, anche, contro New England. Nonostante l’aver cominciato con un primo quarto non particolarmente esaltante, Wilson ha tenuto alta la concentrazione e si è fatto valere nel momento che conta. Con due deep pass ha spedito Metcalf e Moore in end zone, lasciando impotente la difesa dei Patriots e ha guidato il suo attacco alla vittoria finale, con brivido. Alla fine, ha totalizzato 327 passing yards e 5 touchdown, accompagnati da un titolo di MVP più che meritato.
STORIE CHE CAMBIANO
PER UNA SOLA YARD
È la Week 17, l’ultima di regular season prima dei playoff, e Seattle e San Francisco si giocano il titolo di conference al Century Link Field. A pochi secondi dalla fine, i 49ers sono in vantaggio per 26-21, ma l’ultimo possesso è della squdra di Carroll. Wilson porta l’attacco fino in red zone e, sul 4th & goal, ha l’ultima chance di portare alla vittoria i Seahawks. Il quarterback lancia verso Hollister, che si avvia verso la end zone, ma sbatte contro Greenlaw e cade a terra, a una sola yard dal touchdown.
Domenica, al Century Link Field, ci sono i New England Patriots, guidati in attacco da Cam Newton. Seattle sta conducendo per 30-35, con Newton che ha l’ultimo possesso e guida l’attacco dei Pats a una yard dal touchdown della vittoria. Mancano 4 secondi e, sullo snap di New England, la difesa dei Seahawks si lancia sull’ex Panthers, per bloccare la sua corsa. Newton va a terra, alla stessa distanza in cui, 9 mesi prima, è andato a terra Hollister e Seattle vince la partita. Stesso stadio, nuova storia.
STORIE CHE SI RIPETONO
UN ULTIMO QUARTO FATALE
Questa volta non c’era in palio il Super Bowl, ma Atlanta il vizio non la ha ancora perso.
Il 5 febbraio 2017, i Falcons sono in vantaggio all’ultimo quarto per 9-28, nel Super Bowl LI. Basta anche soltanto un quarto, però, per cambiare la storia a una partita di football, soprattutto se di fronte c’è Tom Brady. I Patriots compiono una rimonta storica e, nell’OT, si laureano campioni.
Di fronte a Ryan e compagni, questa volta, ci sono i Dallas Cowboys. Dopo aver bruciato il primo vantaggio, Atlanta si riporta davanti e conduce, all’ultimo quarto, per 36-24. Anche questa volta, però, gli ultimi 15 minuti non sono favorevoli ai Falcons che subiscono la rimonta dei determinati Cowboys guidati da un famelico Dak Prescott. Non era un Super Bowl, ma il rammarico resta ugualmente.
Nel delirio di Dallas, una menzione speciale va alla giocata di Cooper. Un one hand catch, sul deep pass di Prescott, che è da vedere e rivedere.